Come prenotare?

chiamare:070658199

giovedì 13 marzo 2008

Ecco da ora è attivo anche il nostro forum ecco qua l'indirizzo

www.turboweb.it/@pablopicasso
Contact Me

ALTRO SU DI NOI


- "Dr Ampex" in via San Giacomo, nel cuore del quartiere di Villanova. Giampaolo gestisce il locale dai primi anni ottanta. Originariamente nasce come locale di tendenza per le avanguardie artistiche cittadine. oggi ristorante con la carta più originale della città. materie prime locali e di stagione trattate con esperte mani in cucina. Non si ordina da un menu ma arrivano tanti piccoli assaggi di delizie originali sapientemente cucinate. Da provare assolutamente

LA FOTO E L'ARTICOLO CHE IL NEW YORK TIMES HA PUBLICATO SU DI NOI

Tratto dal New York Times di qualche giorno fa, ecco la traduzione dell’articolo di Gisela Williams, una giornalista tedesca che racconta della sua permanenza in Sardegna, alla ricerca dei sapori, dei profumi e degli scenari più genuini e autentici dell’isola. La giornalista, con nostra soddisfazione, accompagna appassionatamente il lettore attraverso i tesori di Cagliari e della Sardegna meridionale in contrasto con l’immagine patinata della Costa Smeralda dei vips.
-------------------------------------------------------------------------------------

Molti di noi immaginano la Sardegna come una pubblicità di Versace divenuta realtà: i playboys europei che oziano sui “megayachts” e lo champagne che scorre senza fine in clubs che si chiamano, senza ironia, Billionaire. Ed è così - per lo meno durante i mesi modaioli di luglio e agosto, se si limita la visita dell’isola al piccolo luogo di ritrovo del jet set sito nel nord est, noto come Costa Smeralda (Emerald Coast).
Tuttavia Il resto della Sardegna, della dimensione approssimativa del New Hampshire, si tiene felicemente fuori dalle luci della ribalta. Con i piedi per terra e a portata di portafoglio, questo offre una cucina eccellente, paesaggi incontaminati e locali modesti, il cui metodo anti-invecchiamento prediletto è bere copiose quantità di Cannonau, piuttosto che darsi alle iniezioni di botulino.
E non ci sono i tipi alla Naomi Campbell e Fabio Briatore, lontani dall’antica città portuale di Cagliari, nell’estremità più meridionale dell’isola.
Distesa su una lunga baia tra psichedeliche acque blu e ondeggianti campi color ocra, Cagliari è un vero smeraldo allo stato grezzo. A dispetto delle poche remote tracce di modernizzazione – moderne sopraelevazioni da una parte, distese di gru nel porto dall’altra – il centro di Cagliari non è cambiato molto da quando la visitò D.H. Lawrence nel 1921.
La sua descrizione è ancora valida: “la città si sviluppa alta, quasi una miniatura, e mi fa pensare a Gerusalemme: senza alberi, senza riparo, sorgendo nuda e orgogliosa, lontana come indietro nella storia, come una città nel luminoso breviario di un monaco.”
Di recente in una serata di primavera, dopo una deliziosa cena sarda a base di spaghetti con asparagi selvatici e bottarga grattugiata (uova di pesce sotto sale) in un ristorante rustico di nome Dr. Ampex, io e mio marito abbiamo deciso di seguire le tracce di Lawrence ed esplorare il quartiere medievale di Cagliari, Castello. Appollaiato sulla cima arrotondata di una collina ancora protetto dalle mura di calcare a dalle torri del 14° secolo, Castello è raggiungibile attraverso un ripido percorso di ciottoli o un ascensore. Noi abbiamo optato per il secondo.
L’ascensore si è aperto su una angusta piattafroma di metallo, che domina un’antica piazza di pietra brulicante dello scenario cosmopolita di New York o Roma. Nell’estremità più vicina c’era una struttura di vetro a forma di tenda, dove persone ben vestite sulla ventina e trentina, sorseggiavano cocktails variopinti e ondeggiavano sulle note di una canzone di Gnarls Barkley.
Abbiamo seguito la musica giù per una lunga scalinata, oltre la luminosa tenda di vetro e all’interno di un bar dalle fattezze di caverna, che sembrava esser stato ricavato nelle mura di calcare. All’interno la volta ad arco ribassato e le pareti di mattoni faccia a vista erano illuminati da un lampadario rosso e un bar a forma di pista fatto di pietre traslucenti. Il Caffè Degli Spiriti, come è chiamato il posto, sembrava un nightclub segreto inserito nelle rovine dell’Acropoli.
Socializzando con la folla internazionale e osservando il D.J. mentre suonava brani hip-hop, la Cagliari di Lawrence non appariva più come una gemma incontaminata, ma sembrava ben indirizzata sulla via per divenire una ben più rilassata alternativa, forse più cool, alla Costa Smeralda.
Dopo un drink, abbiamo continuato nella nostra passeggiata di mezzanotte attraverso le anguste strade di Castello, scandite dai palazzi del 14°-15° secolo e dalle chiese. Alcuni erano abbandonati, le finestre chiuse con assi di legno. Su una silenziosa strada di ciottoli, abbiamo incrociato un minuscolo bar pieno di foto in bianco e nero e individui artistici intenti a chiacchierare sopra il vino. Pochi istanti dopo, abbiamo intravisto l’involucro vuoto di una vecchia magione che risplendeva misteriosa come una lanterna verde. Abbiamo dato un’occhiata attraverso una finestra a abbiamo visto un esagerato lampadario di Murano verde e pareti imbiancate di fresco.
Il mistero del palazzo è stato risolto il giorno successivo quando ho fatto ritorno al Caffè degli Spiriti e ho incontrato il proprietario, Alessio Raggio, un navigato imprenditore di Cagliari. Da quando ha aperto il bar tre anni fa – e attratto, dice, circa 6000 persone nei weekends estivi – il Sig. Raggio si è proposto come una specie di André Balazs del Sud Sardegna.
Il suo piccolo impero include il palazzo col lampadario verde, che intende trasformare in una galleria e un cafè; il De Candia Wine and Spirits pieno di foto dietro l’angolo; e un faro vecchio di 200 anni vicino ad una splendida spiaggia sull’aspro Capo Spartivento, che intende convertire l’anno prossimo in una lussuosa boutique hotel con sei suite.
Il Sig. Raggio non è l’unico imprenditore con gli occhi su Cagliari. Renato Soru, un uomo d’affari miliardario talvolta denominato il Bill Gates d’Italia, e attuale governatore della Sardegna, ha incaricato architetti di fama mondiale di tirare a lucido questa gemma grezza. I progetti di interesse in corso includono un futuristico centro d’arte vicino al porto principale della città progettato da Zaha Hadid. Programmato per essere ultimato in cinque anni, la costruzione evocherà un’onda che si infrange e si stima costerà 40 milioni di euro. Anche Herzog & de Meuron e Rem Koolhaas hanno dialogato col Sig. Soru per erigere punti di riferimento culturali nella stessa area industriale di S. Elia.
Sig. Soru spera che il progetto di Zaha Hadid sarà quella sorta di icona per Cagliari che è l’Opera House per Sydney.
Lo sviluppo non è una cosa nuova per Cagliari. Originariamente fondata dai navigatori fenici attorno al 1000 a.C., il porto della città occupa una posizione favorevole nella bocca di un’ampia baia che sfocia in un porto interno. Il lungomare della città è circondata da saline dove migliaia di fenicotteri rosa ancora si nutrono e prosperano.
In epoca romana, Cagliari era un porto commerciale vivace e prosperoso. La sua posizione strategica nel Mediterraneo fu causa di numerose invasioni nel corso dei secoli, con gli Italiani che presero infine il controllo nella metà del 19° secolo e costruirono molte delle strutture Art Nouveau della città. Durante la II Guerra Mondiale, Cagliari fu pesantemente bombardata dagli Alleati, anche in ragione della sua strategica posizione. Il porto ricostruito è oggi il principale della Sardegna.
Mentre alcune parti di Cagliari sono ancora logorate, in un modo elegante da gran signora, i segnali della rinascita della città sono ovunque. Dopo aver vagato per i percorsi di Castello e averli fatti nostri, siamo finalmente riusciti a staccarcene ed esplorare il resto della città. Facilmente visitabile in un weekend, Cagliari è un misto di grandi viali, vialetti più stretti che si irradiano dalle piazze Art Nouveau e, verso il porto, moderne passeggiate delineate da boutiques e cafè.
Abbiamo speso un giorno a guardare le vetrine e bere forti cappuccini presso i caffè vecchio stile, come il Caffè Svizzero e l’Antico Caffè. Molti dei negozi migliori si trovano lungo due principali strade di Cagliari: la Via Roma delineata dalle palme, che corre lungo il porto, e Largo Carlo Felice, che si sviluppa all’interno verso Castello. Mio marito ha comprato dei pantaloni di Prada da Volonté, una boutique luminosa e ariosa, e io ho vagato per gli scaffali alla moda da Seventyfive, un negozietto intimo pieno di vestiti attillati e abiti vacanzieri.
Più tardi quella sera, ci siamo imbattuti in una nuova enoteca di nome Fra Diavolo. Il nostro piano per il giorno seguente era di guidare verso le Argiolas, una della più rinomate vigne dell’isola, o le Cantine di Dolianova, una cooperativa vinicola di primo ordine. Come avviene nel piccolo e ospitale mondo di Cagliari , il proprietario di Fra Diavolo era legato ad entrambi i produttori di vino. Con una veloce telefonata per conto di nuovissimi conoscenti, è riuscito ad organizzare un tour privato delle Cantine di Dolianova il pomeriggio successivo.
Il tempo era stato caldo e soleggiato, e il giorno del tour alle cantine non ha fatto eccezione. Circondato da lussureggianti campi verdi, la cantina era alloggiata in uno “spaparanzato” complesso rosa. Dopo una visita ai tini di metallo a due piani e delle interminabili file di botti di quercia, ci siamo accomodati per una degustazione e abbiamo capito perché i vini godono di una brillante reputazione. Il loro cannonau era scuro e affumicato, mentre il loro vermentino era fresco e intenso con un accenno di mela.
In seguito abbiamo agguantato il nostro pranzo al Nostro Mondo, un ristorante in paese raccomandato dalla nostra guida della cantina. Sembrava un rozzo pub italiano, con sedie di plastica e pareti color pesca. Ma è stato qui che abbiamo potuto finalmente banchettare con la famosa aragosta dell’isola, preparata in una salsa all’aglio, con pomodoro a pezzetti e sedano. Assieme ad una bottiglia del bianco della casa, un blend di vermentino, è stato uno dei più sorprendenti e soddisfacenti pasti del viaggio.
Con le pance piene, abbiamo guidato verso sud per 45 minuti alla volta di Chia, una baia amena, nota per avere alcune delle più belle spiagge dell’isola. La passeggiata ci ha condotto oltre ondulate dune di sabbia, vegetazione da spiaggia alta fino alla cintola e scorci di trasparenti acque turchesi. La strada è giunta infine al termine presso un piccolo casotto a Capo Spartivento, la punta più a sud dell’isola. Abbiamo parcheggiato la macchina e proseguito a piedi per circa 20 minuti, sudando attraverso una polveroso sentiero. C’erano diverse calette nascoste, una piccola spiaggia affollata di italiani giovani e attraenti e, finalmente, una collinetta di roccia e futuro sito dell’albergo del Sig. Raggio.
Là, davanti a noi, c’era la torre a due piani del faro, abbarbicata su una ripida emozionante scogliera, che volgeva lo sguardo sopra le profonde acque blu. La vista era mozzafiato e ce la siamo goduta tutta.
Non c’erano un superyacht o il Billionaire in vista. Almeno per adesso.
(tradotto dal New York Times del 12/08/2007)



--------------------------------------------------------------------------------

commenta l'articolo | invia ad un amico | leggi i commenti (0) | letto (66)

DOVE TROVARCI:VIA SAN GIACOMO 35


Visualizzazione ingrandita della mappa

Ecco un elenco dei nostri antipastini che verranno proposti al vostro arrivo

1°prosciutto di parma accompagniato da delle prugnie avvolte da lardo di colonnata
2°carpaccio di tonno con del pomodorino fresco
3°carpaccio di carne con rucola carciofini e grana
4°puntarelle con acciughe e noci
5°insalata di capone
6°carpaccio di polpo con fagiolini bolliti
7°fritturina mista di verdure polpette e bianchini
8°piatto misto composto da cicorietta selvatica e asparagi saltati con l'uovo
9°lumachine con salsa di pomodoro piccante